La creazione della giusta atmosfera non può prescindere da un puntuale e studiato uso dell'illuminazione, in ambiente domestico ma soprattutto nei locali pubblici.
Lo sa bene l'architetto Michele Vitaloni, alla guida di Charmitaliastudio assieme al co-founder, il geometra Nicola Silicanio. Con lui abbiamo approfondito il progetto del Maitó, una delle realtà più interessanti della Versilia, e parlato di come illuminare un ristorante al mare.
Progetto di illuminazione di Maitó: dalla richiesta del cliente alla realizzazione
Qual è la storia del Maitó e come è nato il progetto? Quali sono state le richieste del cliente e come ha risposto ai suoi desiderata?
«Maitó è un locale storico della Versilia nato negli anni '60. Fin dalla sua prima apertura si è posizionato a un livello alto, grazie alla clientela importante che ha iniziato a frequentarlo, soprattutto durante i mesi di vacanza. Maitó si è sempre presentato come un luogo tradizionale, è una capanna, una sorta di "baita sul mare" aperta a pranzo e a cena. Tra il 2017 e il 2018 è stato acquistato dalla nuova proprietà che al ristorante originale ha unito anche i due locali e gli stabilimenti balneari adiacenti per dar vita a una location davvero grande, pari circa a tre bagni normali. Io e il mio studio siamo stati coinvolti a partire dal 2021, inizialmente per la ristrutturazione dei locali di servizio e la creazione di una sala champagne, in seguito ci siamo occupati del restyling del ristorante. La committenza ci ha chiesto molto semplicemente di dar vita a un ambiente unico, insistendo solo sul rispetto dello stato del luogo e suggerendo di puntare su un concept che coniugasse storia, modernità e design, nozioni che sono sempre alla base del mio modus operandi e con cui mi confronto con facilità. Le premesse ci hanno permesso di approcciare il lavoro con grande tranquillità, abbiamo diviso l'outdoor in due aree: una lounge centrale per l'aperitivo e il dopocena e due laterali, con le sale vere e proprie. Abbiamo immediatamente pensato a uno spazio in dialogo stretto con la natura, collegato visivamente al mare ma anche inserito in un paesaggio verde e rigoglioso, creato ad hoc. I tavoli sono posizionati tra le graminacee, dove sono "nascosti" anche i corpi illuminanti che aiutano a creare la giusta atmosfera; i materiali leggeri utilizzati da Karman per i prodotti che ho individuato mi hanno permesso di inserirli con facilità tra le foglie e di sospenderli a mezz'aria per comunicare un'idea di generale leggerezza, lasciandoli ondeggiare».
Kimono
Illuminazione interna ed esterna del ristorante sulla spiaggia: la scelta delle lampade
Come è nata la collaborazione con Karman e come è stata risolta l'illuminazione del Maitó?
«La necessaria premessa è che collaboro con Karman da diversi anni e conosco abbastanza bene il catalogo del brand, credo sia un'azienda in grado di unire ricerca estetica all'alta qualità dei prodotti, a mio avviso soprattutto per quanto riguarda l'illuminazione da esterno. I mood delle lampade sono diversi, pertanto i progettisti possono trovare quello che cercano. Per il Maitó Karman è stata la ciliegina sulla torta, perché ho scelto proposte in linea con il mood rilassato che cercavo e in grado di integrarsi con il verde; questa peculiarità trovo sia ben esaltata dagli shooting visibili sul sito e nei cataloghi. Sono convinto che ogni progetto debba integrare fin da subito il lighting, i corpi illuminanti sono secondo me da valutare assieme agli arredi, soprattutto nel caso dei decorativi che io tendo a usare come "opere funzionali". Ci deve essere un buon bilanciamento tra i materiali, tra le forme, tutto deve stare al posto giusto. Cerco sempre di lavorare su impianti di illuminazione che possano variare attraverso dimmerazioni, cambi di colore e sistemi di controllo domotici, in modo che gli scenari siano in continua evoluzione per creare emozioni e la giusta atmosfera».
Don't Touch
Quali sono state le lampade scelte dal catalogo Karman?
«Per la zona ristorante abbiamo scelto un mix di lampadari tutti firmati da Matteo Ugolini – Kimono, Moby Dick, Black Out, Plancton – sospesi in maniera libera alla struttura in legno della capanna. In un ristorante sul mare aperto verso l'esterno, come il Maitó, non ha a mio avviso molto senso procedere in maniera puntuale con dei punti luce in corrispondenza dei tavoli per facilitare una loro riorganizzazione in caso di feste o prenotazioni di gruppo, ma anche per continuare ad avere senso qualora si volesse ridisegnare lo spazio per un evento speciale. Tra le piante ho inserito le lampade a stelo Nilo, nate per stare nella vegetazione, e sui vialetti le lampade da terra Don't Touch».
Aprile
Alcuni pezzi sono stati realizzati custom in azzurro, come mai questa scelta?
«Per il Maitó abbiamo ristretto la palette di materiali e nuance al legno di teak, al bianco e all'azzurro. In particolare, abbiamo individuato un azzurro NCS (sistema di classificazione dei colori N.d.R.) che abbiamo ripreso negli interni del ristorante, nei dettagli degli esterni ma anche nelle cabine dello stabilimento e nei complementi tessili. È venuto quindi quasi naturale chiedere a Karman di customizzare alcune delle lampade più caratterizzanti, come gli zoomorfi Aprile, Ti . Vedo e Cubano, provando a dar loro un carattere differente, più marino e forse ancor più simpatico, attraverso l'uso del colore azzurro. Sono stati dipinti anche i plafono R.O.M.A. posizionati nella zona di ingresso, un modo per dichiarare fin dall'inizio la cura maniacale dei dettagli».
Moby Dick
Maitó è un progetto ancora in progress...
«Esattamente! A maggio 2023 sarà inaugurata la nuova zona della piscina, uno specchio d'acqua di 300 metri quadri – tra le piscine più grandi realizzate in spiaggia – tutta illuminata con prodotti Karman. Verrà data grande attenzione alla comodità e al benessere, con un deck attrezzato con sdraio che si trasformano in tavoli per poter pranzare o fare un aperitivo senza muoversi, e ci sarà anche una Spa completa di sauna e bagno turco.
Come illuminare un locale in spiaggia? Alcune best practice
L'illuminazione, importantissima nei ristoranti e nei bar, assume un ruolo fondamentale nel caso di locali sul mare. Quali sono le buone pratiche da seguire?
«Sono nato e cresciuto professionalmente in Versilia, anche se ora con il mio studio seguo progetti sparsi per l'Italia e l'Europa. In aree marine è molto importante l'outdoor, lo spazio esterno è da sempre considerato un naturale proseguimento degli interni, siano essi pubblici o privati. Anzi, considerando che si tratta di ambienti che vivono soprattutto nella stagione estiva, lavorare bene sugli spazi aperti è fondamentale. Per l'illuminazione tutto parte dalla scelta di prodotti adeguati, con certificazioni IP (di resistenza all'acqua N.d.R.) in linea con l'applicazione a cui si sta pensando. Non ci sono a mio avviso buone pratiche o consigli sempre validi su che cosa puntualizzare con la luce o come farlo, sono abituato a seguire il mio istinto e ad agire in base alla location. Flessibilità deve essere la parola d'ordine per i ristoranti sulla spiaggia o i locali legati agli stabilimenti balneari, luoghi che devono essere ri-allestiti con facilità e che devono funzionare per serate diverse, da quelle più tranquille a quelle di festa, magari con concerti o dj set. Meglio che i punti luce non siano troppo vincolanti».